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Maria Vergine madre del buon consiglio

26 aprile

Miracolo: Genazzano, Roma, 25 aprile 1467

Il culto rivolto alla Madonna come «Madre del Buon Consiglio» si è diffuso largamente traendo origine dal paese di Genazzano, vicino Roma, dove a lei è dedicato un celebre santuario. La beata Vergine è giustamente onorata sotto il titolo di “Madre del Buon Consiglio»” ella è la madre di Cristo, che Isaia profeticamente chiamò “Consigliere mirabile” (Is 9, 5); visse tutta la sua vita sotto la guida dello “Spirito del consiglio”, che la “avvolse”; “aderì intimamente all'eterno Consiglio di ricapitolare in Cristo tutte le cose” (Ef 1, 10), venne da Dio colmata dei doni dello Spirito Santo, fra i quali emerge “lo spirito della sapienza” (Sap 7, 7b). Nel formulario la beata Vergine viene celebrata come madre e maestra che, arricchita del dono del consiglio, con animo colmo di gratitudine annunzia ciò che dice la Sapienza stessa: “A me appartiene il consiglio e la saggezza, mia è la prudenza, mia la fortezza” (Pr 8, 14); e questi doni ella volentieri li elargisce ai suoi figli e discepoli, esortandoli a compiere anzitutto ciò che Cristo ha detto loro di fare (Gv 2, 1-11).



Nelle remote terre dell'Albania, oltre il Mare Adriatico, si trova la piccola città di Scutari. Edificata su una collina scoscesa e con ai suoi piedi i fiumi Crina e Bojana, già nel XIII secolo la cittadina conteneva nei suoi domini un tesoro prezioso: la bell'immagine di "Santa Maria di Scutari". Il Santuario che la custodiva si era trasformato nel centro di pellegrinaggio più frequentato del paese ed era per gli albanesi un importante punto di riferimento in materia di grazie e conforto spirituale.
Si tratta di un dipinto su di un sottile strato di intonaco, che misura 31 cm di larghezza e 42,5 cm di altezza. Questo affresco sacro è avvolto nella penombra del mistero e del miracolo: si ignora quando e da chi fu dipinto.

Intimità e unione dell'anima
Ci soffermiamo un po' a contemplare questo meraviglioso dipinto.
Esso rappresenta la Santissima Vergine, dall'incomparabile affetto materno, che tiene tra le braccia Gesù Bambino, entrambi incoronati da un semplice arcobaleno. I colori sono soavi, sottili le linee dei volti ammirevoli.
Il Bambino Gesù trasmette il candore di un bambino e la saggezza di chi analizza tutta l'opera della creazione ed è il Signore del passato, del presente e del futuro. Con indicibile tenerezza, il Divino Infante preme leggermente il suo viso contro quello della Madre. Vi è tra di loro un'attraente intimità e l'unione di anime è chiaramente vista riflessa nello scambio di sguardi. Nostra Signora, in un altissimo atto di adorazione, sembra che stia cercando di indovinare ciò che accade dentro al proprio Figlio. Allo stesso tempo, Ella considera il fedele afflitto inginocchiato ai suoi piedi e, in qualche modo, lo rende partecipe del celestiale convivio che contempliamo in questo quadro. Non sarà necessario dire, basta che il devoto si avvicini a Lei, per sentire l'opera dell'azione balsamica nella propria anima.
Nella metà del XIV secolo, l'Albania viveva un periodo costellato da diversi problemi. Dopo essere stata disputata dai popoli vicini, fu invasa dal potente impero turco.
Essendo sprovvista di una struttura militare capace di resistere al potente avversario, il popolo afflitto pregava, confidando nell'ausilio dei cieli. L'effetto di queste preghiere non si fece attendere: in quest'emergenza apparve un uomo di Dio, di nobile lignaggio e devotissimo di Nostra Signora, deciso a lottare in favore della Patrona e della libertà del suo paese. Il suo nome è Giorgio Castriota, chiamato in albanese Scanderbeg.
A costo di immensi sforzi bellici, egli riuscì a mantenere l'unità e la fede del suo popolo. Le cronache dell'epoca esaltano le sue gesta e quelle dei valorosi albanesi che, spinti dal suo ardore, lottavano al suo fianco.
Negli gli intervalli tra i combattimenti, essi si inginocchiavano supplicanti ai piedi di "Santa Maria di Scutari", e da li uscivano rafforzati; grazie a ciò ottenevano portentose e decisive vittorie contro il nemico della Fede. Già allora splendeva una caratteristica di Colei che futuramente sarebbe stata conosciuta in tutto il mondo come la Madre del Buon Consiglio: quella di fortificare tutti coloro che nel combattere in un buon combattimento, Le si avvicinano alla ricerca di animo e coraggio.
Tuttavia...dopo 23 anni di lotte, Scanderbeg lasciò la vita terrena. La mancanza di questo pietoso leader fu irreparabile.
Tutti nutrivano il presentimento di una prossima sconfitta. Il popolo si trovava nella tragica alternativa di abbandonare la patria oppure di sottomettersi alla schiavitù dei turchi.

Avvolta in luminosa nuvola
In questa situazione dubbiosa, la Vergine dell'affresco compare in sogno a due dei valorosi soldati di Scanderbeg, chiamati Georgis e De Sclavis, ordinando loro di seguirLa in un lungo viaggio. Ella inspirava loro una grande fiducia, e stare inginocchiati ai suoi piedi era per loro un motivo di grande consolazione.
Una certa mattina, mentre erano entrambi in fervorosa preghiera, videro il più grande miracolo della loro vita.
Il meraviglioso affresco si stacca dal muro e, condotto da angeli, avvolto in una candida e luminosa nuvola, si ritira soavemente dalla stanza. Possiamo bene immaginare la reazione dei bravi uomini! Attoniti, accompagnano Nostra Signora che avanza sú per i cieli di Scutari. Quando si rendono conto, sono ai margini del Mare Adriatico. Avevano percorso trenta chilometri senza stancarsi! Sempre avvolta in una candida nuvola, la miracolosa immagine avanza dentro il mare.
Perplessi, Georgis e De Sclavis non vogliono lasciarla per nessun motivo. Verificano, allora, stupefatti e euforici, che sotto i loro piedi le acque si trasformano in solidi diamanti, tornando allo stato liquido dopo il loro passaggio. Che miracolo! Come San Pietro sul lago di Gennesaret, questi due uomini camminano sul Mare Adriatico, guidati dalla propria "Stella del Mare".
Senza saper dire per quanto tempo camminarono, né quanti chilometri abbiano lasciato alle spalle, i bravi devoti vedono nuove spiagge. Si trovano adesso sulla Penisola Italica! Ma allora....dov'è Santa Maria di Scutari? Guardano da un lato...guardano dall'altro. Sentono parlare un'altra lingua, sentono un ambiente diverso dalla loro Albania...
Ma già non vedono la Signora della nuvola luminosa. Ella era sparita....Che sofferenza! Cominciano quindi, una ricerca instancabile. Dove sarà Ella?

Petruccia, una donna di Fede
In questa stessa epoca, nella piccola città di Genazzano, non lontano da Roma, viveva una pietosa vedova chiamata Petruccia di Nocera, già ottantenne.
Signora di grande rettitudine e solida vita interiore, degna terziaria dell'ordine agostiniano, la sua eredità le bastava appena per vivere modestamente.
Petruccia era molto devota della Madre del Buon Consiglio, venerata in una vecchia chiesa di Genazzano. Questa pietosa signora ricevette dallo Spirito Santo la seguente rivelazione: "Maria Santissima, nella sua immagine di Scutari, desidera uscire dall'Albania". Molto sorpresa da questa comunicazione soprannaturale, Petruccia si spaventò ancor più nel ricevere dalla stessa Vergine Santissima l'ordine espresso di edificare il tempio che avrebbe dovuto accogliere il suo affresco, così come la promessa di essere soccorsa in tempo opportuno.
Petruccia iniziò allora la ricostruzione della piccola chiesa. Impiegò tutte le sue risorse...le quali finirono quando le pareti avevano soltanto un metro di altezza. Ed ella diventò oggetto di scherno e di sarcasmi da parte degli scettici abitanti della piccola città, che la chiamavano pazza, visionaria, imprudente, antiquata. Affrontò fiduciosa questa difficoltà, così come Noè, di cui tutti si burlarono mentre costui costruiva l'arca.

"Un miracolo! Un miracolo!"
Era il 25 aprile 1467, festa di San Marco, patrono di Genazzano.
Alle due del pomeriggio, Petruccia si incammina verso la chiesa, passando per il movimentato mercato in cui i venditori offrivano dai tessuti portati da Genova e Venezia fino ad un elisir dell'eterna gioventù, oppure un "potentissimo" liquore contro qualsiasi tipo di febbre.
In mezzo a questo tumulto, il popolo ascolta una melodia di rara bellezza, proveniente dal cielo. Si fa silenzio e tutti notano che quella musica proveniva da una nuvoletta bianca, così luminosa che offuscava i raggi dello stesso sole. Essa scende gradualmente e si dirige verso la parete incompiuta di una cappella laterale. La folla vi accorre stupefatta, riempie la piccola stanza e vede la nuvola disfarsi.
Eccolo lì - sospeso in aria, senza nessun supporto visibile - il sacro affresco, la Signora del Buon Consiglio! "Un miracolo! Un miracolo! - gridano tutti. Che gioia per Petruccia, quanto conforto per Georgis e De Sclavis quando poterono arrivarvi!... Era così confermato il superiore disegno della costruzione iniziata. Ebbe inizio, quindi, a Genazzano, un lungo e ininterrotto susseguirsi di miracoli e di grazie che Nostra Signora concedette in quel luogo.
Il Papa Paolo II, appena seppe di ciò che era accaduto, vi inviò due prelati di fiducia per verificare cosa fosse avvenuto.
Essi constatarono la veridicità di ciò che si diceva e testimoniarono, quotidianamente, innumerevoli guarigioni, conversioni e prodigi realizzati dalla Madre del Buon Consiglio. Nei primi 110 giorni dopo l'arrivo di Nostra Signora furono registrati 161 miracoli.

Consiglio, correzione, orientamento: grandi favori
Tra i suoi grandi devoti spiccarono i Papi San Pio V, Leone XIII - che incluse l'invocazione Madre del Buon Consiglio nella Litania Lauretana - San Pio X, numerosi santi come San Paolo della Croce, San Giovanni Bosco, Sant'Alfonso de Liguori, Beato Orione. Nello stesso Santuario di Genazzano, si può venerare il corpo incorrotto del Beato Stefano Bellesini, uno dei suoi parroci, grande propagatore della devozione alla Madre del Buon Consiglio.
Anche gli Araldi del Vangelo sono tra i suoi devoti. Hanno molto per cui ringraziarLa, per favori e grazie più importanti della cura di malattie corporali.
I più grandi miracoli Ella li compie nell'anima di ciascuno, consigliando, correggendo, orientando.
Chi potrà venerare il miracoloso dipinto della Madre del Buon Consiglio a Genazzano, comproverà personalmente il fiume di grazie che emana da quella celestiale fisionomia e capirà perché chi vi è stato una volta, sogna di tornare un giorno a quel sublime convivio.
Nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio, nella piccola e bella città di Genazzano, si trova un affresco che ha più di sette secoli di esistenza. Fino ad oggi si ignora dove e da chi sia stato dipinto. Sarà stato un angelo il suo autore? Sarà venuto dal Paradiso? Sono domande osate. Si capisce che queste domande sorgano durante i secoli, quando si conosce la storia degli effetti prodotti da questa pietosissima immagine.
L'affresco crea l'impressione di essere stato dipinto da pochi giorni, anche se osservato da vicino. Tuttavia, si trova da 535 anni accanto alla parete di una cappella laterale della chiesa. Ancora di più: secondo quanto attestano i documenti, si mantiene sospeso in aria durante tutto questo tempo! È stato spostato da Scutari, in Albania, fino a Genazzano grazie ad un'azione angelica.
Così descrive questi avvenimenti soprannaturali uno dei più grandi esperti in materia:
"Portata da mani angeliche, si trovò (l'immagine") sospesa lì nella rustica parete della nuova chiesa, e con tre nuovi singolarissimi prodigi allora avvenuti. (...) Il celeste dipinto era sospeso per virtù divina a un dito dal muro, sospeso senza fissarsi su di esso; e questo è un miracolo, tanto più stupendo se consideriamo che la riferita immagine è dipinta con colori vivi su di uno strato sottile di intonaco -con il quale si è staccato dalla chiesa di Scutari, in Albania- così come per il fatto, comprovato tramite l'esperienza e le osservazioni fatte, che nel toccare la Santa Immagine, essa cede" (Fra Angelo Maria De Orgio, Istoriche de Maria Santissima del Buon Consiglio, nela Chiesa de'Padri Agostoniani di Genazzano, 1748, Roma, p. 20).
Nel XIX secolo, un rinomato studioso di questo celestiale fenomeno ha osservato:
"Tutte queste meraviglie (della Santa Immagine) si riassumono, infine, nel prodigio continuo che consiste nel ritrovare oggi quest'immagine nello stesso posto e allo stesso modo in cui fu lasciata dalla nuvola nel giorno della sua apparizione, alla presenza di tutto un popolo che ebbe allora la felicità di vederla per la prima volta. Essa si è posata ad una piccola altezza da terra, ad una distanza di circa un dito dalla parete nuova e rustica della cappella di San Biagio, e lì rimase, sospesa senza alcun supporto" . (Raffaele Buonanno, Memorie Storiche della Immagine de Maria, SS. Del Buon Consiglio Che si venera in Genezzano, Tipografia dell'Immacolata, Napoli, 20 ed., 1880, p. 44).
Alla festa del Battesimo di Sant'Agostino e di San Marco, patrono di Genazzano, il 25 aprile 1467, intorno alle quattro del pomeriggio, una celestiale melodia inizia a farsi sentire nei più diversi angoli della città. Un grande numero di persone, riunite nella piazza del mercato, cominciano a chiedersi meravigliate da dove vengano i sublimi e affascinanti accordi. Ecco che una divina sorpresa si rivela davanti agli occhi di tutti: in mezzo a raggi di luce, una piccola nuvola bianca scende fino ad una parete della già citata chiesa, le cui campane cominciano a suonare fortemente e da sole. Prodigio ancora piú grande: all'unisono, tutte le campane della città suonano con energia.
Nel disfarsi lentamente dei raggi di luce e della nuvola, il bellissimo affresco che fino ad oggi si trova in quel posto può essere contemplato dal popolo, e da quel giorno non ha smesso di versare copiose e sensibili grazie, facendo giustizia alla preziosa invocazione di Madre del Buon Consiglio.
La notizia di un così straordinario avvenimento si sparse per tutta l'Italia come una saetta. Due giorni più tardi ebbe inizio una vera valanga di miracoli: un posseduto si liberò dai demoni, un paralitico cammino con naturalità, una cieca recuperò la visione, un giovane lavoratore morto da poco risuscitò... Nei primi centodieci giorni, Maria del Buon Consiglio distribuì centosessantuno miracoli ai suoi fedeli devoti. Pellegrini di tutto il paese si spostarono per ricevere i benefici dalla Madre di Dio.
Davanti al santo affresco, una scena si ripete costantemente: Ella esaudisce in qualche modo tutte le richieste che Le sono rivolte. Nei dubbi, nelle perplessità o persino nelle provazioni, dopo un certo tempo di preghiera - maggiore o minore, dipendendo da ciascun caso - Maria Santissima fa sentire nel fondo dell'anima in difficoltà, il suo sapiente e materno consiglio, accompagnato da cambiamenti di fisionomia e di colorazione del dipinto. È indescrivibile, questo specialissimo fenomeno.
 


 

I fedeli che invocano Maria santissima «madre del buon consiglio» piamente recitano le Litanie della beata Vergine Maria da quando Leone XIII nel 1903, aggiunse questa invocazione al formulario lauretano. Il culto rivolto alla Madonna come «madre del buon consiglio» si è diffuso largamente dappertutto traendo origine dal paese di Genazzano, vicino a Roma, dove a lei è dedicato un celebre santuario; e ciò ad opera soprattutto dei fratelli e delle sorelle della Famiglia agostiniana. La beata Vergine è giustamente onorata sotto il titolo di «madre del buon consiglio»: ella è la madre di Cristo, che Isaia profeticamente chiamò «Consigliere mirabile» (Is 9, 5; cfr Prima Lettura, Is 9, 2-7; Orazione dopo la Comunione); visse tutta la sua vita sotto la guida dello «Spirito del consiglio», che la «avvolse» (Orazione sulle offerte); «aderì intimamente all'eterno Consiglio di ricapitolare in Cristo tutte le cose» (Prefazio; Ef 1,10) venne da Dio colmata dei doni dello Spirito Santo (cfr Prefazio), fra i quali emerge «lo spirito della sapienza» (Antifona d'ingresso; cfr Sap 7.7b). Nel formulario la beata Vergine viene celebrata come madre e maestra che, arricchita del dono del consiglio, con animo colmo di gratitudine annunzia ciò che dice la Sapienza stessa: «A me appartiene il consiglio e la saggezza, mia e la prudenza, mia la fortezza» (Alleluia, Pro 8,14); e questi doni ella volentieri li elargisce ai suoi figli e discepoli (cfr Antifona d'ingresso), esortandoli a compiere anzitutto ciò che Cristo ha detto loro di fare (cfr Vangelo, Gv 2,1-11; Antifona alla Comunione, Gv 2,5). Celebrando questa messa imploriamo da Dio il dono del consiglio, «perché ci faccia conoscere ciò che piace (a Dio) e ci guidi nei travagli della vita» (Colletta; cfr Orazione dopo la Comunione). Questa messa, eccettuato il prefazio, è tratta dal Proprio delle messe dell'Ordine di sant'Agostino, approvato nel 1975 dalla sacra Congregazione per il Culto divino.

Implorai e venne in me lo spirito della sapienza;
con cuore puro io lo accolsi,
senza invidia lo dono,
non tengo nascoste le sue ricchezze.
[Sap 7,7b.13]


Fonte:
Messale della Beata Vergine Maria

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Aggiunto/modificato il 2021-04-26

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