Sant’Innocenzo è il quattordicesimo vescovo di Verona. Nella cronotassi ufficiale della diocesi il suo governo è stato inserito dopo il San Petronio, che resse la diocesi intorno al 425-450 circa e fu il primo vescovo sepolto nella chiesa di Santo Stefano di Verona e prima di Montano.
Si può pensare che il periodo dell’episcopato di Sant’Innocenzo sia stato verso la metà del V secolo.
Sant’Innocenzo viene lodato nel Martirologio Veronese e dallo storico Ferdinando Ughelli per le sue virtù pastorali e per l’innocenza di vita.
Nel “Catalogus Sanctorum Ecclesiae Veronensis”, mons. Franco Segala ne trascrive l’elogium dal Martirologio della chiesa veronese: “Veronae sancti Innocentii confessoris et eiusdem civitatis episcopi (qui, innocentia, iustitia et eximiis virtutibus magnopere excelluit; miltarum enim rerum schientia nemini eorum, qui ante ipsum fuere Ecclesiae eiusdem episcopi, inferior extitit).
La presenza di questo vescovo è attestata dalle immagini dei primi vescovi inserite nel famoso Velo di classe, che riporta i dittici della Chiesa veronese.
Morì il 14 marzo di un anno imprecisato e fu sepolto nella chiesa di Santo Stefano, insieme a San Gaudenzio.
La sepoltura in Santo Stefano è attestata da una lapide del sec. XI o XII, conservata ancor oggi e che era la copia di una lapide più antica.
In quasi tutti i testi storici sugli antichi vescovi della diocesi scaligera, sia Raffaello Bagatta che Battista Peretti e Giambattista Biancolini riportano l’antica tradizione secondo la quale nel 1543, una volta rimosso l’altare a San Stefano e scoperti i corpi santi dei due vescovi, questi emanassero una soave fragranza.
Fin dall’inizio del XVI secolo Sant’Innocenzo godeva di culto singolo nella diocesi di Verona, alla data del 14 marzo, fino alla riforma del Proprio veronese, del 1961, voluta dal vescovo Carraro, quando fu annoverato nella festa comune di tutti i vescovi veronesi, e la sua festa venne a cessare.
Autore: Mauro Bonato
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