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Granada, Spagna, 20 dicembre 1913 – Tahal, Spagna, 26 settembre 1936
Jaime Calatrava Romero nacque a Granada, nell’omonima provincia e diocesi, il 20 dicembre 1913. Di professione avvocato, era socio di Azione Cattolica. Venne ucciso in odio alla fede cattolica insieme a suo padre, il Beato Rafael Calatrava Ros, il 26 settembre 1936, nella località del Pozo di Cantavieja, nei pressi di Tahal. Sua moglie era incinta del loro unico figlio. Inserito in un gruppo di 115 martiri della diocesi di Almeria, è stato beatificato ad Aguadulce, presso Almería, il 25 marzo 2017.
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Jaime Calatrava Romero nacque in Spagna a Granada,
nell’omonima provincia e diocesi, in una famiglia autenticamente cristiana,
come chierichetto si guadagnò l'ammirazione di tutti per la sua pietà e
simpatia. La devozione alla Beata Vergine del Mare, patrona di Almeria, segnò
la sua esistenza. Non un solo giorno dimenticò di andare nel Santuario per
affidarsi alla Madre di Dio. Sveglio e intelligente, iniziò i suoi brillanti
studi al College di Salle. All'Università di Granada si è laureò in
giurisprudenza, lavorando da allora come avvocato nello studio del padre. Nei
tempi difficili della Seconda Repubblica fondò l’Associazione degli Studenti
Cattolici ed entrò in Azione Cattolica per promuovere l’evangelizzazione. Come
adoratore notturno, dall’Eucaristia trasse le forze necessarie per il suo incessante
apostolato. Legato ai Padri Domenicani, entrò nel noviziato di Almagro, ma
scoprì che la sua vera vocazione era il matrimonio. Il 10 febbraio 1936 sposò
Dona Elvira Enciso Reynaldo nella chiesa parrocchiale di Santiago di Almerà. Arrestato con suo padre, il Beato Rafael Calatrava Ros, subirono la prigionia
con i Beati vescovi Diego Ventaja Milán ed Emanuele Medina Olmos. Secondo i riferimenti
raccolti da coloro che sopravvissero al martirio sulla nave prigione Astoy
Mendi, Jaime non era nella lista di quel sacco, ma quando il 26 settembre sentì
il nome di suo padre si alzò per accompagnarlo ovunque fosse stato trasferito.
Gli dissero che non era stato chiamato, ma egli rispose: "Non importa,
vado ovunque vada mio padre". Essi gli dissero: «Non è bene per voi, ma
egli disse: «Non importa». Li hanno spinti insieme ai pozzi della Taverna dove
sono stati martirizzati. Non c'è stato alcun processo o difesa, solo uccisione.
Il ragazzo aveva 22 anni ed era sposato da soli sei mesi. Sua moglie era incinta del primo
figlio. Inserito in un gruppo di 115 martiri della diocesi di Almeria, è stato
beatificato ad Aguadulce, presso Almería, il 25 marzo 2017, sotto il
pontificato di Papa Francesco. Si unì così alla folta schiera dei martiri della
guerra civile spagnola.
Autore: Don Fabio Arduino
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