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Beato Giuseppe Muņoz Calvo Giovane laico, martire

30 luglio

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Alhama de Granada, Spagna, 16 aprile 1913 - Loja, Spagna, 30 luglio 1936

José Muñoz Calvo nacque il 16 aprile 1913 ad Alhama de Granada, figlio di una famiglia profondamente cristiana. Al termine del servizio militare s’iscrisse all'Azione Cattolica: esercitò il suo apostolato nella catechesi ai piccoli e nelle sessioni di formazione ai giovani. Fu in seguito nominato Presidente della Gioventù di Azione Cattolica della sua parrocchia. Il 25 luglio 1936, a pochi giorni dall’inizio della guerra civile spagnola e in pieno clima persecutorio, si sentì spiritualmente rafforzato per aver servito la Messa al suo parroco, don Pedro Ruiz de Valdivia Pérez. Due giorni dopo fu ricercato in casa propria: venne incarcerato per aver ammesso la sua appartenenza all’Azione Cattolica. Il 30 luglio 1936 morì fucilato lungo la strada da Alhama a Loja. Insieme a lui c’erano il suo parroco, il vicario coadiutore José Frias Ruiz (che non morì immediatamente, ma dopo una seconda scarica di pallottole mentre cercava di tornare in città) e l’anziano padre di quest’ultimo. Prima della fucilazione, José incoraggiò i compagni a morire serenamente, perché venivano uccisi per Cristo. Aveva ventitrè anni. Insieme ai due sacerdoti, fu incluso nel gruppo di sedici martiri della diocesi di Granada beatificati nella cattedrale di Santa Maria dell’Incarnazione a Granada il 26 febbraio 2022, sotto il pontificato di papa Francesco. Le sue spoglie riposano nella basilica della Santa Croce al “Valle de los Caídos” di Madrid.



José Muñoz Calvo nacque il 16 aprile 1913 ad Alhama de Granada, figlio di una famiglia profondamente cristiana. Nel 1936 “Pepito”, come lo chiamavano in famiglia, era un giovane gioviale e allegro, da poco diplomato.
Al termine del servizio militare s’iscrisse all'Azione Cattolica: era orgoglioso di indossarne il distintivo sul bavero della giacca. Esercitò il suo apostolato nella catechesi ai piccoli e nelle sessioni di formazione ai giovani. Fu in seguito nominato Presidente della Gioventù di Azione Cattolica della parrocchia dell’Incarnazione del Signore ad Alhama.
Servì la Santa Messa al suo parroco, don Pedro Ruiz de Valdivia Pérez, il 25 luglio 1936, festa dell’apostolo san Giacomo. Si sentì spiritualmente rafforzato di fronte al clima antireligioso che si viveva anche nella loro città.
Il 27 lo cercarono in casa sua e quando chiese cosa volessero da lui, risposero: «Non sei tu il presidente dell'Azione Cattolica?», «Sì, lo sono», rispose, e aggiunse: «Se è per questo, andiamo».
Rimase in carcere fino al 30, giorno in cui morì fucilato lungo la strada da Alhama a Loja. Insieme a lui c’erano il suo parroco, il vicario coadiutore José Frias Ruiz (che non morì immediatamente, ma dopo una seconda scarica di pallottole mentre cercava di tornare in città) e l’anziano padre di quest’ultimo.
Prima di morire, il parroco impartì l’assoluzione agli altri tre, mentre il giovane li incoraggiò con queste parole: «Moriamo tranquillamente, siamo cattolici e il nostro unico crimine è esserlo. Saremo martiri di Cristo. Viva Cristo Re». Aveva ventitrè anni.
«Abbiamo un martire in cielo»: con queste parole le sorelle di José riferirono la sua morte alla madre, che non aveva potuto andare a trovarlo perché il padre era gravemente ammalato e bisognoso di cure. La sua reazione, invece, fu: «Che il sangue di mio figlio, così innocente, serva alla conversione di coloro che lo hanno ucciso». Le sue spoglie vennero poi traslate nella basilica della Santa Croce al “Valle de los Caídos” di Madrid.
Maria e Virginia, sorelle del giovane, gli avevano portato del cibo durante i suoi giorni di prigionia. Sei mesi dopo, quando la situazione ad Alhama cambiò, una donna che aveva appoggiato la morte dei tre prigionieri fu incarcerata nello stesso luogo. La madre di José lo scoprì e mandò alla prigione sua figlia Maria, con del cibo per lei. Quando la detenuta vide chi la stava aiutando, esclamò: «Ora credo che Dio esiste».
José e i suoi compagni, escluso il padre di don José Frias Ruiz, furono inseriti nella causa che comprendeva altri dodici sacerdoti e un altro laico, seminarista, tutti della diocesi di Granada, uccisi nel corso della persecuzione della guerra civile spagnola. La loro beatificazione si svolse nella cattedrale di Granada il 26 febbraio 2022, sotto il pontificato di papa Francesco.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2022-02-25

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