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San Giacomo Ivanovic Maskaev Vescovo e martire

(Chiese Orientali)

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13 ottobre 1879 - 29 luglio 1937


Iakov, al secolo Iakov Ivanovic Maskaev, nasce il 13 ottobre 1879 nella città di Ural’sk. Nel 1901 termina gli studi teologici nel seminario di Orenburg, sposa Valentina che gli darà nove figli. Con l’ultimo muore di parto. Sempre nel 1901 viene ordinato sacerdote e designato alla parrocchia di Zobovo, villaggio della diocesi di Orenburg: Padre Iakov si distingue come uomo di preghiera, come missionario (predica in ogni Divina Liturgia celebrata ogni giorno, cosa non del tutto normale) sia come impegno caritativo ed educativo. E’ soprattutto merito suo se il seminario teologico di Orenburg, in particolari difficoltà anche economiche, non viene  chiuso.
Nel gennaio 1923 il convegno dei sacerdoti e di alcuni laici, guidato dal vescovo di Orenburg Aristarch, con assoluta maggioranza di voti propone padre Jakov come candidato alla cattedra vescovile di Orsk. Padre Iakov cerca di dissuadere il convegno: la moglie, morta cinque anni prima,  gli ha lasciato nove figli da mantenere e non si tratta soltanto di questione  economica; i figli di un vescovo sono più esposti alla rappresaglia comunista. I confratelli ribattono che non esistono orfani per il Signore e lui cede alle loro insistenze. Conserva il nome Iacov anche come monaco e il 23 ottobre 1923 è consacrato vescovo. Nel frattempo il vescovo Aristarch nomina il vescovo  Iakov suo sostituto mentre egli deve andare a Mosca, ma quando ritorna si viene a sapere che era passato agli eretici ‘innovatori’. Il vescovo Iakov deve subire il fuoco dai due opposti schieramenti: dagli ortodossi che gli contestano la validità dell’ordinazione e dagli innovatori, sostenuti dai comunisti che lo vogliono dalla loro parte. La polizia sovietica gli propone di collaborare  con i servizi segreti per avere pace lui ed i suoi figli, ma egli si oppone a tutte le lusinghe e a tutte le minacce. Con l’intervento del Patriarca Tichon in suo favore, un fonte depone le armi, ma non il secondo, tanto più che l’attività apostolica del novello vescovo non vien meno, nonostante le difficoltà e le incomprensione. La vita spirituale della diocesi è alimentata sia dalla predicazione del vescovo che dalla sua figura di asceta e di saggio. Lo dimostra il numero sempre più numeroso dei fedeli che frequentano le chiese. La qual cosa è sufficiente per insospettire il potere comunista.
Nel 1925 il vescovo Iakov viene arrestato e condannato a tre anni di confino. Scontata la pena, come è norma, non può ritornare alla sua diocesi. Nel 1928 viene nominato vescovo di Ostashkov, ma vi rimane per pochi mesi perché il 6 febbraio 1929 è destinato come vescovo di Balashov. Qui la situazione è più che pericolosa. L’anno prima nella diocesi erano stati arrestati quasi tutti i preti. Appena arrivato il vescovo si preoccupa di creare delle piccole comunità in grado di resistere di fronte ad una persecuzione che si prevedeva sempre più ostinata. Umanamente parlando non era un’idea felice. Il vescovo doveva sapere che solo il partito aveva il diritto di creare i collettivi. Se altri osavano tanto si dimostravano con ciò stesso nemici del popolo.
Il 12 febbraio 1930 sono  arrestate 15 persone, sacerdoti, monaci e alcuni laici, Fra questi anche il vescovo Iakov. Segue il solito processo farsa che si conclude il 9 giugno dello stesso anno: tre anni di lager per il vescovo Iakov, tre anni ad altre tre persone, tre anni di confino ad altre sei, u tre anni di prigione a uno; tre furono liberati con facoltà di scegliersi  una località dove restare per tre anni sotto controllo della polizia. Dopo i tre anni trascorsi nel lager delle Solovki il vescovo riceve una cura supplementare : tre anni di confino negli Urali. Il soggiorno alle Solovki non era stato sufficiente a fargli cambiare mentalità. Ritornato in libertà nel 1935 è nominato alla cattedra vescovile di Barnaul in Siberia. Di questo periodo abbiamo la testimonianza della figlia Nina che aveva raggiunto il padre in Siberia. Da lei sappiamo che il vescovo frequentemente passava le notti in preghiere fino alle quattro del mattino,
Nell’autunno del 1936 l’NKVD pianifica l’eliminazione del clero della diocesi di Barnaul. Il 23 settembre viene arrestato il sacerdote Daniil Noskov e il laici Gegtor Zachar’in. Il 29 settembre viene arrestato il sacerdote Nikolaj Pal’mov. Tutti tre, purtroppo, non resistono alle torture, sottoscrivono il protocollo accusatorio presentato dal giudice e fanno i nomi della fraternità ‘controrivoluzionaria’. Il 29 ottobre 1939 viene arrestato anche il vescovo Iakov. Gli interrogatori si protraggono per mesi. Dopo le false deposizione non era facile per il vescovo resistere, ma la forza d’animo e la vita di preghiera l’avevano temprato. Giunse al martirio fisicamente sfinito, ma vittorioso nello spirito. Fucilato il 29 luglio 1937.


Autore:
Padre Romano Scalfi


Fonte:
www.culturacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2020-05-05

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