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Beato Modesto Maria Burgen Religioso cistercense, martire

13 maggio

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Borgogna, Francia, data ignota - Casamari, Frosinone, 13 maggio 1799

Modeste Burgen nacque nella regione francese della Borgogna. Entrò nell’abbazia trappista di Sept-Fons o Settefonti, che venne soppressa dopo l’inizio della Rivoluzione Francese. Si portò quindi in Italia, all’abbazia cistercense di Casamari, dove fu accolto fraternamente. Nel gennaio 1796 fu ammesso al noviziato, diventando fra Modesto Maria; l’anno seguente emise i voti semplici. La notte del 13 maggio 1799, un drappello di soldati francesi in rotta da Napoli fece irruzione nell’abbazia. Come altri monaci, fra Modesto Maria cercò di fuggire dagli aggressori, ma venne ferito da un colpo di archibugio, poi finito a colpi di sciabola. Altri tre monaci dell’abbazia di Casamari vennero uccisi durante quella stessa notte. Il priore morì il mattino seguente, mentre un altro, fra Zosimo Maria Brambat, che si era nascosto, morì tre giorni dopo l’assalto, a causa delle ferite riportate. Furono beatificati il 17 aprile 2021, sotto il pontificato di papa Francesco, nella chiesa dell’abbazia di Casamari, dove dal 1951 sono venerate le loro spoglie mortali. La loro memoria liturgica cade invece il 16 maggio, giorno della nascita al Cielo di fra Zosimo.



In fuga dalla Francia rivoluzionaria
Modeste Burgen nacque nella regione francese della Borgogna. Entrò nell’abbazia di Sept-Fons o Settefonti, dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (ossia dei Trappisti), che fu soppressa dopo l’inizio della Rivoluzione Francese.
Nel gennaio 1796 arrivò in Italia, all’abbazia cistercense di Casamari, dove fu ammesso come novizio, diventando fra Modesto Maria. Emise i voti monastici semplici il 9 gennaio 1797.

Il saccheggio dell’abbazia di Casamari
Due anni dopo, le notizie dei saccheggi e delle violenze portate avanti da un drappello dell’esercito francese, in rotta da Napoli dopo la fine dell’esperienza della Repubblica Partenopea, arrivarono anche a Casamari. L’abate, padre Romualdo Pirelli, fuggì a Palermo; la responsabilità della comunità, quindi, passò a padre Simeone Maria Cardon, il priore claustrale.
Alle otto di sera del 13 maggio 1799, mentre la comunità si accingeva al canto della Compieta, che precedeva il grande silenzio della notte del monastero, un gruppo di una ventina di soldati francesi sbandati irruppe all’interno dell’abbazia. Il priore li accolse e distribuì loro cibo e bevande. Tuttavia, non appena si furono rifocillati, partirono alla ricerca di oggetti preziosi, anche commettendo veri e propri sacrilegi.

Il martirio di fra Modesto Maria e di altri cinque monaci
La maggior parte dei monaci fuggì spaventata. Anche fra Modesto era in fuga, inseguito dai soldati nel corridoio del noviziato. Ferito da un colpo di archibugio, venne finito a colpi di sciabola.
Altri monaci dell’abbazia di Casamari vennero uccisi durante la notte del 13 maggio: padre Domenico Maria Zawrel, fra Albertino Maria Maisonade e fra Maturino Maria Pitri. Il priore padre Simeone Cardon, invece, si spense verso le sette del mattino del 14. Un altro, fra Zosimo Brambat, si era nascosto; morì tre giorni dopo, il 16, a causa delle ferite riportate, mentre cercava di andare nel vicino paese di Boville Ernica per ricevere l’Unzione degli Infermi.

Fama di santità e di martirio
I corpi dei sei monaci, da subito considerati martiri, furono sepolti nel cimitero monastico dai confratelli, ritornati dopo il gran pericolo, in modo da essere facilmente riconosciuti. Nel 1859 furono traslati nella chiesa abbaziale, precisamente nella navata sinistra. Nel 1951 le spoglie vennero collocate nella parte opposta, ossia nella navata destra, verso il portale d’ingresso.
La loro fama di santità e di martirio non venne meno nel corso dei secoli. Subito dopo l’accaduto, i fedeli della zona avevano cominciato a venire a pregare sulle loro tombe e a domandare grazie per loro intercessione. Venne anche realizzata una serie di dipinti che illustra alcune fasi del loro martirio, opera di Mario Barberis, custodita nel Museo dell’Abbazia.

La fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione
Il 27 giugno 2013 il postulatore generale dell’Ordine Cistercense, padre Pierdomenico Volpi, chiese a monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, d’introdurre la loro causa di beatificazione e canonizzazione, per verificarne l’effettivo martirio in odio alla fede.
Il vescovo, chiesto il parere della Conferenza Episcopale Laziale ed avuto parere positivo, il 6 dicembre 2014 diede inizio al processo diocesano, concluso il 25 febbraio 2016, dopo dodici sessioni; il nulla osta dalla Santa Sede era stato emesso nel 2015. Gli atti del processo diocesano vennero inviati alla Congregazione delle Cause dei Santi, ottenendo il decreto di convalida.

Il riconoscimento del martirio e la beatificazione
La “Positio super martyrio” venne consegnata nel 2018. I Consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, seguiti dai cardinali e dai vescovi membri della stessa Congregazione, si pronunciarono a favore del martirio dei monaci.
Il 26 maggio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto sul martirio di fra Modesto e compagni.
La loro beatificazione venne celebrata il 17 aprile 2021 nella chiesa dell’abbazia di Casamari, col rito presieduto dal cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre. La loro memoria liturgica cade invece il 16 maggio, giorno della nascita al Cielo di fra Zosimo.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2021-04-11

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