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Beato Antonio Girón González Sacerdote redentorista, martire

30 agosto

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Campo, Spagna, 11 dicembre 1871 – Madrid, Spagna, 30 agosto 1936

Antonio Girón González nacque a Ponferrada, nella provincia di León, l’11 dicembre 1871. Dovette superare le resistenze dei suoi familiari per entrare prima nel Seminario diocesano di Astorga come esterno, poi tra i Redentoristi. Professò i voti nel 1889 e fu ordinato sacerdote il 19 maggio 1894. Tormentato dagli scrupoli, chiese di potersi ritirare da ogni attività pubblica. I superiori, però, apprezzavano le sue notevoli capacità intellettuali e la sua profonda vita interiore: lo destinarono quindi all’insegnamento e alla formazione dei giovani religiosi e lo vollero consultore provinciale. Faceva parte da poco tempo della comunità del Perpetuo Soccorso a Madrid, quando scoppiò la guerra civile spagnola. Fu accolto da una famiglia che abitava dietro il santuario del Perpetuo Soccorso, ma la lasciò perché desiderava celebrare la Messa. Si nascose allora nell’ospizio delle Piccole Sorelle dei Poveri in via Almagro, ma il 15 agosto, avvertito di una perquisizione, fu accompagnato in un altro ospizio delle stesse suore in via Doctor Ezquerdo. Lì visse come se fosse uno degli anziani ospiti; faceva lo stesso padre Manuel Requejo Pérez, della Congregazione della Missione. Solo la superiora delle suore e la sua assistente conoscevano la loro vera identità. Il 25 agosto, l’ospizio fu sequestrato da un gruppo di miliziani, i quali, il 30 agosto, sottoposero i due religiosi a un interrogatorio, quindi li portarono via a bordo di un camion. Prima di morire, padre Manuel e padre Antonio si confessarono a vicenda e continuarono a tenere il Rosario tra le mani, pregando fino all’ultimo istante. Durante quella persecuzione, morirono in tutto dodici Redentoristi delle case di Madrid: quattro provenienti dalla comunità di San Michele, più altri sette da quella del Perpetuo Soccorso. Tutti e dodici furono beatificati il 22 ottobre nella cattedrale di Santa Maria la Real de la Almudena a Madrid, sotto il pontificato di papa Francesco. La loro memoria liturgica ricorre il 6 novembre, giorno nel quale le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del XX secolo. Padre Manuel Requejo Pérez fu invece beatificato l’11 novembre 2017, inserito in un gruppo di trentanove martiri tra sacerdoti, novizi, fratelli coadiutori della Congregazione della Missione e laici dell’Associazione dei Cavalieri della Medaglia Miracolosa.



Nascita e vocazione
Antonio Girón González nacque a Ponferrada, nella provincia di León, l’11 dicembre 1871. Bambino molto intelligente, orfano di padre, avrebbe potuto essere il bastone della vecchiaia di sua madre, come lei sperava.
Invece, nel 1882, entrò nel Seminario diocesano di Astorga come esterno, vincendo le resistenze dei suoi familiari. Iniziò gli studi filosofici e ottenne voti altissimi; tuttavia, si sentiva spesso attratto dalla vita religiosa.

L’incontro con i Redentoristi
Fu decisivo per lui l’incontro, durante una passeggiata, con un gruppo di novizi redentoristi: vedendoli così raccolti, desiderò immediatamente diventare uno di loro. Ancora una volta, però, dovette superare l’opposizione dei suoi parenti per entrare nella vita religiosa.
Il giorno della Visitazione del 1888 entrò nella comunità di Astorga. Professò nel 1889, a Nava del Rey. Tornò ad Astorga per continuare gli studi e il 19 maggio 1894 fu ordinato sacerdote nella Cattedrale di León.

Impegnato nell’insegnamento e nel governo provinciale
Per vent’anni non consecutivi, in cinque periodi della sua vita, fu parte della comunità di Nava del Rey presso Valladolid, della quale fu anche superiore. Per altri dodici, sempre non consecutivi e in sei periodi, fu invece destinato a quella del Perpetuo Soccorso di Madrid. Fu poi per nove anni in quella di Astorga e, per lo stesso tempo, in quella di El Espino.
Fu anche superiore della comunità di Cuenca, ma sia allora, sia quando resse quella di Nava del Rey, fu tormentato dagli scrupoli. Chiese e ottenne, dunque, di potersi ritirare da ogni attività pubblica, comprese le missioni al popolo.
Si dedicò allora all’insegnamento e alla formazione dei giovani religiosi. I suoi superiori si fidavano di lui, trovandolo intelligente e di buon senso: per questa ragione, lo vollero consultore provinciale e segretario provinciale in quattro occasioni.

Durante la guerra civile spagnola
Il 19 luglio, il giorno seguente lo scoppio della guerra civile spagnola, la comunità del Perpetuo Soccorso a Madrid poté celebrare le Messe sia della solennità del Redentore, sia del giorno seguente; alcuni religiosi di quella comunità pernottarono fuori.
Il 21 furono celebrate solo le prime Messe del mattino. Subito dopo, fu consumato il Santissimo Sacramento: le porte del santuario furono chiuse e lo rimasero fino alla fine della guerra. La comunità si riunì per mangiare prima dell’orario abituale. Poco dopo, tutti i religiosi, già vestiti in abiti civili, si dispersero.

Nascosto tra gli anziani di un ospizio
Padre Antonio lasciò la comunità del Perpetuo Soccorso, dov’era appena arrivato, il 20 luglio 1936, rifugiandosi presso una famiglia che abitava dietro il santuario del Perpetuo Soccorso, cercando di non dare fastidio. Tre giorni dopo, il 23 luglio, perché desiderava celebrare la Messa, entrò nell’ospizio delle Piccole Sorelle dei Poveri in via Almagro: lì celebrava ogni giorno e confessava le suore.
Il 15 agosto venne avvertito che la polizia avrebbe effettuato una perquisizione. Per la sua sicurezza fu trasferito in un altro ospizio delle Piccole Sorelle, in via Doctor Ezquerdo; lì visse come se fosse un anziano tra tanti.
C’era anche un altro sacerdote, padre Manuel Requejo Pérez, della Congregazione della Missione, anche lui nascosto come un anziano: solo la superiora delle suore e la sua assistente conoscevano la loro vera identità. Tuttavia, l’anziano che aveva accompagnato padre Antonio da un ospizio all’altro dovette denunciarlo.

Il martirio
Gli ospizi delle Piccole Sorelle dei Poveri sembravano rifugi sicuri perché quella congregazione era di origini francesi. Tuttavia, il 25 agosto, i miliziani del Comitato di Pacifico sequestrarono quello dove si erano rifugiati padre Manuel e padre Antonio, il quale cominciò ad avere paura.
La sera dello stesso giorno, verso le 18, la suora sacrestana e i due sacerdoti consumarono le Ostie consacrate per evitare profanazioni. Quindi padre Antonio le disse: «Adesso sì che andiamo in Cielo». Domenica 30 agosto i due sacerdoti subirono un interrogatorio. «Se sarò scoperto – aveva detto qualche giorno prima padre Antonio – non nasconderò la mia condizione di religioso e sacerdote».
I miliziani ordinarono poi a entrambi di salire su di un camion. Secondo quanto testimoniò il portinaio dell’ospizio, gli atteggiamenti dei prigionieri destarono meraviglia: padre Manuel salì con passo saldo e a testa alta, mentre padre Antonio, che era corpulento e lento nei movimenti, sembrò più agile del solito. Dopo che furono saliti sul mezzo, si persero le loro tracce.
In seguito, le suore vollero informarsi sulla loro sorte. Alcuni affermarono che, durante il tragitto, i due religiosi avevano pregato e si erano dati l’assoluzione a vicenda. L’esecutore materiale della loro fucilazione fu un ragazzo di appena diciassette anni, che si stava addestrando nella mira.
Secondo alcuni, erano stati fucilati vicino alle mura dell’ospedale di San Giovanni di Dio; secondo altri, proprio nelle vicinanze del manicomio, a giudicare dal poco tempo che impiegarono i miliziani a tornare indietro.
Alcuni di essi, mentre tornavano, commentarono: «Avreste dovuto vedere quei tizi: non hanno lasciato andare il Rosario fino alla fine». I cadaveri dei due religiosi vennero trovati il giorno seguente in una scarpata detta Fuente Carrantona, vicino a Vicálvaro.
In tutto, durante quella persecuzione, morirono dodici Redentoristi delle case di Madrid: quattro dalla comunità di San Michele, più altri sette di quella del Perpetuo Soccorso. Tutti godettero immediatamente di fama di martiri all’interno e all’esterno della Congregazione dei Redentoristi.

La causa di beatificazione in fase diocesana
L’inchiesta diocesana della causa di beatificazione, intitolata a Vicente Nicasio Renuncio Toribio e undici compagni, si svolse a Madrid dal 19 settembre 2006 al 27 novembre 2007. Gli atti dell’inchiesta furono convalidati dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 24 marzo 2010.
La “Positio super martyrio”, presentata nel 2019, fu sottoposta ai Consultori Storici il 29 gennaio dello stesso anno, essendo appunto la causa di natura antica o storica, perché dai fatti erano trascorsi più di cinquant’anni.

Il decreto sul martirio
Il 24 settembre 2020 i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi emisero il proprio voto favorevole. I Cardinali e i Vescovi membri della stessa Congregazione, nella loro Sessione Ordinaria del 20 aprile 2021, riconobbero che l’odio contro la fede era l’unica ragione dell’accanimento contro i dodici Redentoristi e delle loro uccisioni.
Il 24 aprile 2021, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò infine il decreto sul martirio.

La beatificazione
Padre Antonio e gli altri undici furono quindi beatificati a Madrid, nella cattedrale di Santa Maria la Real de la Almudena, il 22 ottobre 2022. La Messa con il Rito della Beatificazione fu presieduta dal cardinal Semeraro come inviato del Santo Padre. La loro memoria liturgica venne fissata al 6 novembre, giorno nel quale le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del XX secolo.
La Congregazione del Santissimo Redentore aveva già visto, il 13 ottobre 2013, la beatificazione di sei suoi membri, martiri durante la stessa persecuzione, appartenuti alla comunità di Cuenca.
Padre Manuel Requejo Pérez fu invece beatificato l’11 novembre 2017, inserito in un gruppo di trentanove martiri tra sacerdoti, novizi, fratelli coadiutori della Congregazione della Missione e laici dell’Associazione dei Cavalieri della Medaglia Miracolosa.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2022-10-27

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