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Don Fabrizio De Michino

Testimoni

Napoli, 8 settembre 1982 - 1° gennaio 2014


Don Fabrizio De Michino nasce a Napoli il giorno 8 Settembre del 1982, festa liturgica della Natività di Maria, da Mario e Carmela Imbò. Fin da piccolo manifesta una profonda religiosità che lo distingueva dai suoi coetanei: i giochi da lui preferiti erano il mimare la celebrazione della messa e rappresentare l’amministrare i sacramenti. Il seme della vocazione sacerdotale, piantato dal Signore nel suo cuore, già teneramente germogliava.
Col passare del tempo, in lui si faceva strada, sempre più forte, il desiderio di dedicarsi totalmente a Dio a servizio di tutti e non si risparmiava nell’organizzare festicciole, recite e altre attività ricreative per attirare alla fede giovani e bambini.
Dopo le scuole superiori, dopo un lungo discernimento, decide di entrare in Seminario: il 17 dicembre del 2001 iniziò il suo cammino formativo presso il Seminario Ascalesi di Napoli.
Nutrito dall’amore per Gesù Cristo e dalla tenera devozione alla Vergine Madre, che da sempre hanno segnato la sua esistenza, il 13 Aprile 2008 viene ordinato sacerdote: le lacrime di gioia che, copiose, versava mentre veniva rivestito dei paramenti sacerdotali, parlavano della realizzazione di un sogno, progetto di Dio sulla sua vita ora abbracciato in pienezza.
Nominato viceparroco della Basilica dedicata alla Madonna della Neve in Ponticelli (Na), subito si getta anima e corpo nel ministero, profondendo tutte le sue energie. Non si risparmiava mai: lavorava con i giovani, aveva sempre una parola di conforto per tutti i parrocchiani, era sempre in mezzo alla gente perché il suo progetto era quello di fare “il prete di strada” per cercare di portare tutte le anime al suo amato Gesù.
Purtroppo, il suo ministero, dopo appena due anni, subisce una battuta d’arresto a causa di una rarissima malattia: un tumore nell’atrio destro del cuore. L’alternarsi di periodi tremendi (interventi, chemio, radio) e di calma apparente non smorzano in lui la forte passione di servire Gesù che lo spinge a continuare, con spirito eroico, la sua missione sia in parrocchia che in Seminario, dove era stato nominato educatore.
Dal giorno in cui la malattia lo ridusse all’immobilità, togliendogli le forze fisiche ma mai lo slancio spirituale, il suo unico rammarico era quello di non poter continuare la sua opera ministeriale e di non essere fisicamente in grado di celebrare Messa.
Il 1 Gennaio 2014, solennità di Maria Santissima Madre di Dio, parte per la Casa del Padre, chiamato da Dio alla comunione eterna del cielo.
Tutti lo chiamavano Don Sorriso, perché anche nei momenti più tremendi non mancava mai di regalare un sorriso a chi gli stava vicino. Per tutti rimane un testimone autentico ed efficace di Gesù Cristo, un sacerdote semplice…ma, di sicuro, non un semplice sacerdote.
E’ difficile cercare di spiegare il rapporto che don Fabrizio ha subito instaurato con la Madonna della Neve e con gli abitanti di Ponticelli. Nativo di San Giovanni, forse già aveva sentito parlare della devozione dei ponticellesi e della festa che ogni anno si rinnovava per la venerazione a Maria. Ma, di fatto, don Fabrizio è arrivato a Ponticelli all’inizio del suo mandato sacerdotale e possiamo dire, quindi, che proprio a Ponticelli lui abbia cominciato, ancor di più, a crescere come sacerdote. Quasi da subito si è vista la sua spiccata capacità di essere portatore di idee nuove; gli piaceva essere originale e attento ai particolari. Ha da subito instaurato con tutti, e con i giovani in particolar modo, relazioni libere e belle; anche questo faceva di lui un pastore attento a ciascuno e dal quale ci si recava per ogni tipo di consiglio.
E mentre si cercava di conoscerlo sempre più, di capire le sue modalità e il suo bel caratterino, la sua attenzione per il luogo, la comunità e la Madonna della Neve cresceva. Nei momenti mariani era sempre presente e durante i preparativi per la festa del 5 agosto era particolarmente coinvolto. La sua devozione a Maria era però semplice e sentita, priva di troppi fronzoli. Il suo stare con Lei era come rifugiarsi in un grembo per poi vedere la vita: era tramite per incontrare e sperimentare Gesù.
Il continuare a svolgere il suo servizio sacerdotale a Ponticelli ha permesso a don Fabrizio di crescere…anche nei confronti di Maria. Con il passare del tempo, e anche con l’arrivo della sua malattia, il suo stare con Maria è cambiato, maturato, tanto da farlo affezionare particolarmente alla Madonna della Neve e a Ponticelli. Nonostante le fatiche ha sempre cercato di essere presenza viva con le sue inventive, la sua personalità – a volte anche un po’ bizzarra – e il suo amore per Gesù. Chi non ricorda i suoi modi di parlare a quel microfono durante la festa che vedeva Maria in cima al suo trono! E chi non ricorda quella voce squillante! Ognuno di noi oggi porta in cuore quelle grida di festa!
Fino alla fine don Fabrizio è rimasto poi fedele a questa amicizia con la Madonna della Neve, scegliendo Ponticelli come luogo in cui sostare “in eterno”…e scegliendo Maria come canale preferito per arrivare meglio al suo Gesù.


Fonte:
www.donfabriziodemichino.it

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Aggiunto/modificato il 2022-01-27

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