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Beato Egano Bianci da Bologna Gesuato

7 aprile

Bologna, inizio XV secolo - Bologna, 1474

Monaco gesuato del XV secolo, nato da nobile famiglia, condusse una vita di austera penitenza e fervente devozione mariana, distinguendosi per la sua carità verso il prossimo. Eletto priore di vari monasteri e rettore del convento di San Eustachio, divenne un punto di riferimento per la città. Guidò la confraternita di “Messer Gesù Cristo”, riformandone le regole. Morì in concetto di santità nel 1474.



Il beato Egano da Bologna è un monaco vissuto nel XV secolo.
Nacque a Bologna in una famiglia nobile (Bianci o Bianchi) nei primi anni del secolo.
Nel 1420 entrò tra i gesuiati che avevano fondato da qualche decennio il loro convento di S. Eustachio nei pressi di porta San Mamolo, facendo la professione religiosa nelle mani del beato Spinello Boninsegni, generale della congregazione.
Inizialmente fece una breve esperienza eremitica, per poi dirigere vari monasteri come priore.
Devotissimo nei confronti della vergine Maria, il beato Egano è ricordato come un monaco che condusse una vita di severe penitenze e che eccelse particolarmente nella virtù della carità.
Dopo esser stato nominato rettore del convento di San Eustachio divenne un importante punto di riferimento per gli abitanti della città.
Il beato Egano è legato anche dalla direzione della compagnia laicale di “Messer Gesù Cristo,” un’unione di devoti sorta nel 1258, nella contrada di Altaseta, per la quale curò la riforma e le nuove regole di vita spirituale.
Sappiamo che morì in concetto di santità nel 1474, e secondo Luigi de’ Sarti da Pian è Sepolto in Santa Maria della Sambuca.
Presso la chiesa di Sant’Eustachio di Bologna si conservava una statua con una lapide che ne ricorda le sue virtù.
Ercole Maria Zanotti nel 1757 lo definisce “uomo di santissima vita e di molta elevazione nel contemplare”.
Il beato Egano è citato nel testo di Paolo Morigia “Istoria degli huomini illustri per santità di vita e di nobiltà che furono Gesuati” stampato a Venezia nel 1604.
Anche se non ha mai avuto una particolare venerazione nei secoli scorsi, nel testo secentesco “Bologna perlustrata” di Antonio Masini viene segnalato il suo ricordo e la sua memoria nel giorno 7 aprile.


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2022-02-28

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