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VATICANO - Il Papa: «Ammiriamo questi esempi di santità e sforziamoci di seguirne le orme. Tutti affrontarono difficili sfide»

Sei testimoni per il terzo millennio

Due suore sudamericane, tre sacerdoti e un laico beatificati da Giovanni Paolo II
In 23 anni, Papa Wojtyla ha elevato all'onore degli altari 456 santi e 1288 beati

 

LODOVICO PAVONI (1784-1849), fu precursore dell'editoria cattolica e dell'educazione della gioventù.
MARIA DEL TRANSITO (1821-1885), prima beata nata e vissuta in Argentina, fondò un ordine religioso.
LUIGI VARIARA (1875-1923), un salesiano fra i lebbrosi della Colombia; fondò un ordine femminile.
GAETANO ERRICO (1791-1860), fondatore dei Missionari dei Sacri Cuori, confessore e uomo di preghiera.
MARIA ROMERO MENESES (1902-1977), nicaraguense, si dedicò ai poveri del Costa Rica.
ARTEMIDE ZATTI (1880-1951), una vita fra i malati d'Argentina, primo coadiutore laico salesiano beato.

Roma. Per una domenica torna l'atmosfera del Giubileo in piazza San Pietro. Sventolano dalla facciata della Basilica gli arazzi con le immagini dei nuovi beati. E davanti ad alcune decine di migliaia di pellegrini Giovanni Paolo II può iscrivere nel libro d'oro della santità altre sei persone, arrivando alla cifra record di 1288 beati in 23 anni di pontificato, durante i quali ha anche proclamato 456 nuovi santi.
Di tutti si può ripetere quello che il Papa ha sottolineato durante l'omelia della messa celebrata all'aperto, e poi anche lunedì, ricevendo in udienza i fedeli giunti per le beatificazioni. «Quale splendida compagnia ci offre il Signore in questi nuovi beati. - ha detto infatti - Mentre ne ammiriamo gli esempi di santità, sforziamoci di seguirne le orme, per essere a nostra volta coraggiosi testimoni del Vangelo».
E davvero il tratto comune dei sei nuovi beati fu il coraggio nell'affrontare, sia pure in situazioni diverse tra loro, le sfide che tempi difficili posero sul loro cammino. Quattro nacquero in Italia, due emigrarono in America latina. Tre furono seguaci di san Giovanni Bosco, mentre Maria del Transito Eugenia dei Dolori Cabanillas è la prima beata totalmente argentina. A ognuno Giovanni Paolo II ha dedicato un passo della sua omelia, pronunciata in italiano e spagnolo. E ugualmente ha fatto lunedì nella tradizionale udienza del giorno dopo.
Di Gaetano Errico il Papa ha ricordato come fosse stato soprannominato il "martire del confessionale", in quanto vi trascorreva «intere giornate spendendo il meglio delle proprie energie nell'accoglienza e nell'ascolto dei penitenti». «Con il suo esempio egli ci stimola a riscoprire il valore e l'importanza del sacramento della penitenza - ha aggiunto il Papa - dove Iddio distribuisce a piene mani il suo perdono e mostra la sua tenerezza di Padre verso i propri figli più deboli».
Anche Lodovico Pavoni fu da un certo punto di vista un martire: il "martire della burocrazia", poiché dovette superare incredibili ostacoli e difficoltà per vedere riconosciuta la sua congregazione, i Figli di Maria Immacolata. Fu anche il primo editore cattolico, precursore della Casa Editrice Ancora. «Dotato di animo particolarmente sensibile - ha detto di lui il Pontefice - si impegnò con tutto se stesso nell'assistenza ai giovani poveri e abbandonati e specialmente sordo-muti. Ma a fondamento di tutto c'era una solida spiritualità. Egli, dunque ci esorta con la sua testimonianza a confidare in Gesù e a immergerci sempre più nel mistero del suo amore».
Anche i tre figli spirituali di Don Bosco, ha ricordato Giovanni Paolo II, si dedicarono con impegno ai poveri. Di Padre Luigi Variara ha ricordato, ad esempio, come riunì intorno a sé un gruppo di ragazze lebbrose o figlie di lebbrose (e perciò non accettate in altri ordini religiosi), che dettero vita alla Congregazione delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Di Artemide Zatti ha messo in luce l'esemplare servizio, come infermiere, a favore dei malati. E di Suor Maria Romero Meneses ha sottolineato «la fiducia illimitata nell'aiuto della Vergine» che la rese «religiosa esemplare, apostola e madre dei poveri, i quali, senza nulla togliere agli altri erano i suoi figli prediletti».
Infine madre Maria del Transito di Gesù Sacramentado, la fondatrice delle Sorelle Terziarie Missionarie Francescane. Proprio l'ideale francescano, ha fatto notare il Papa in riferimento alla sua esperienza, «fu il cammino che Dio aveva preparato per lei e così la nuova beata poté intraprendere una vita di povertà, umiltà, pazienza e carità, dando vita a nuova famiglia religiosa».
L'esempio dei sei beati è stato ricordato pure al momento della preghiera dei fedeli. Si è pregato, infatti, anche per «il delicato servizio degli operatori sanitari», per «coloro che operano nel mondo del lavoro e particolarmente per i giovani che si preparano a cercare un'occupazione», per «quanti hanno a cuore il futuro della società, dei più deboli e dimenticati», per i missionari, oltre che per la «pace e salvezza» del mondo.
E, infine, dopo la recita della preghiera mariana di mezzogiorno, insieme con un nuovo appello di pace per il Medio Oriente, Giovanni Paolo II ha ricordato la Giornata dell'Università Cattolica e quella per la donazione di organi, entrambe celebrate domenica scorsa.

Mimmo Muolo
(da Avvenire - 17 aprile 2002
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