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Dopo la cerimonia in piazza san Pietro, davanti a 25mila fedeli, Giovanni Paolo II ha ringraziato per gli auguri

Una "misura alta" per la vita cristiana

Il Papa ha proclamato domenica otto nuovi beati, nel giorno del suo onomastico
Sugli altari tre vescovi e cinque tra sacerdoti e religiosi italiani e stranieri «Segni eloquenti dell'amore di Dio»

Otto nuovi beati e gli auguri per il suo onomastico. Sono gli elementi che hanno caratterizzato la domenica di Karol Wojtyla, che nella festa di san Carlo Borromeo ha elevato agli onori degli altari - davanti a 25 mila fedeli presenti in piazza San Pietro - due martiri slovacchi, un vescovo italiano, uno portoghese, due sacerdoti sempre della Penisola e due religiose, una del nostro Paese e una spagnola.
Al termine della Messa e prima di celebrare l'Angelus, il Papa ha ringraziato per gli auguri - anche per i 55 anni di sacerdozio - espressi in precedenza dal decano del Sacro Collegio, il cardinale Bernardin Gantin. Ha voluto poi estenderlo a «tutti coloro che mi hanno fatto pervenire gli auguri per il mio onomastico». «Li ricambio di cuore con la preghiera, che elevo in modo speciale per quanti portano il nome del grande vescovo di Milano, san Carlo Borromeo», ha concluso. La coincidenza dell'onomastico del Papa - giorno di festa in Vaticano - con la solenne celebrazione, aveva indotto Giovanni Paolo ad anticipare a sabato il tradizionale incontro con i cardinali non elettori, cioè quelli che hanno superato gli ottant'anni.
L'omelia della Messa di beatificazione, concelebrata - in una giornata di sole, ma fredda - con 50 tra cardinali, vescovi e sacerdoti, ha visto il Papa tracciare il profilo degli otto beati (con i quali il numero di quelli da lui proclamati nei 23 anni di pontificato è salito a 1282). «Con la loro esistenza totalmente spesa per la gloria di Dio e per il bene dei fratelli, essi continuano a essere nella Chiesa e per il mondo segno eloquente dell'amore di Dio, sorgente prima e fine ultimo di tutti i viventi», ha affermato il Papa. «Seguite, carissimi, la "misura alta" di vita cristiana, che essi mostrano a tutti con la loro splendida testimonianza», ha aggiunto di lì a poco, rivolgendosi ai presenti per la preghiera dell'Angelus.
Ecco, dunque, i due martiri appartenenti alla Chiesa greco-cattolica (di rito bizantino) slovacca. Il vescovo Pavol Peter Gojdic e il sacerdote redentorista Metod Dominik Trcka «sono passati attraverso le stesse sofferenze a causa del Vangelo e della fedeltà al successore di Pietro». Entrambi furono perseguitati con la loro Chiesa dal regime comunista e morirono in campo di concentramento. Tra i numerosi fedeli arrivati al Colonnato dalla Repubblica centro-orientale, c'era anche il presidente, Rudolf Schuster.
Poi il vescovo veneto Giovanni Antonio Farina, fondatore delle suore Maestre di santa Dorotea. Di lui il Papa ha messo in luce «la vasta attività apostolica, costantemente orientata alla formazione dottrinale e spirituale del clero e dei fedeli». Nel missionario Paolo Manna «scorgiamo uno speciale riflesso della gloria di Dio». Egli «spese l'intera esistenza per la causa missionaria» e nei suoi scritti «emerge viva la persona di Gesù, centro della vita e ragion d'essere della missione». Luigi Tezza, fondatore delle Figlie di san Camillo è «fulgido esempio di un'esistenza interamente votata all'esercizio della carità e della misericordia verso quanti soffrono nel corpo e nello spirito». Così come Gaetana Sterni che trattò esclusi e sofferenti «sempre con la dolcezza e l'amore di chi, nei poveri, serve il Signore stesso». Infine i due nuovi beati della penisola iberica. Bartolomeo dei Martiri, arcivescovo di Braga (Portogallo) rinnovatore della Chiesa ai tempi del Concilio di Trento, che fu amico di Carlo Borromeo, circostanza ricordata dal Papa prima dell'Angelus. E madre Maria Pilar Izquierdo Albero, spagnola, fondatrice dell'opera missionaria di Gesù e Maria, di cui il Papa ha sottolineato l'abnegazione nell'evangelizzazione delle periferie.
Nelle preghiere della Messa di beatificazione ci sono stati accenni anche alla situazione internazionale. E in occasione della cerimonia sono state applicate, a causa dell'allarme attentati, le misure di sicurezza già viste per il Giubileo con l'uso dei metal detector sotto il Colonnato e i controlli delle borse di chi accedeva alla piazza.
Sulle figure dei nuovi beati il Papa si è soffermato anche ieri, ricevendo in udienza i vari gruppi di pellegrini giunti a Roma per le beatificazioni.

Gianni Santamaria
(da Avvenire - 6 novembre 2001
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